articolo Gatti
Le gattare… queste sconosciute! freccegiovedì 19 settembre 2013  



Gattare… tutti ne parlano, pochi le conoscono e ne capiscono l’attività! In moltissime città italiane, in primis nella Capitale, non è raro imbattersi, durante una passeggiata in centro o in periferia, in simpatiche signore o ragazze che, armate di carrellino, buste e scatolame vario, si apprestano festanti a sfamare i loro gatti di strada. Purtroppo, per anni, queste persone (solitamente donne) erano malviste e denigrate, perché “sporcano, portano malattie, danno fastidio!”.

Oggi la mentalità comune, anche grazie alla normativa vigente in materia che tutela gatti liberi e “gattare”, è decisamente cambiata. Sfamare, curare e gestire correttamente un gruppo di gatti randagi (“liberi”) è, non solo considerato un vero e proprio atto “benemerito” (come indicato nel Regolamento Comunale sulla Tutela degli Animali del Comune di Roma, Titolo V, Art. 40), ma è una attività ormai, fortunatamente, tutelata dalla legge, sia a livello nazionale con la Legge 14 agosto 1991, n. 281 “ Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”, che a livello locale, poiché le varie leggi regionali in materia di randagismo, riprendono, a cascata e in ogni regione italiana, la legge quadro di sopra indicata.

Molte città italiane, prima fra tutti Roma nel novembre 2005, hanno fatto proprie tali normative, inserendole in Regolamenti Comunali (sulla tutela degli animali), valorizzando, riconoscendo e tutelando sempre di più la tanto bistrattata figura della “gattara”. Ovviamente, benché svolgano un “servizio” utile non solo per i mici delle nostre città (che difficilmente sopravvivrebbero nelle giungle asfaltate del III millennio), ma anche per la cittadinanza stessa (provvedendo a mantenere in salute i mici di strada e controllandone le nascite tramite la sterilizzazione), le stesse “gattare” debbono sottostare a rigidi obblighi di igiene e pulizia, garantendo una gestione delle postazioni di alimentazione e cura dei gatti in perfetto ordine e pulizia, evitando lo spargimento di ciotole con ristagni di cibo o le cosiddette “cartate” di resti maleodoranti che, a ragione, infastidirebbero i passanti.

Di contro, le stesse non debbono essere oggetto di pubblico ludibrio o manifestazione di intolleranza, come purtroppo accade ancora troppo spesso! L’amore che queste persone, uomini e donne, giovani o anziane, nutrono nei confronti dei gatti di strada, non è soltanto ammirevole da un punto di vista etico, ma dimostra una sensibilità e uno spirito di sacrificio non comuni. Le “gattare” sono volontarie, difficilmente percepiscono aiuti dalle amministrazioni comunali, sacrificano tempo, vita sociale e denaro per prendersi cura di animali che sono di tutti, principalmente, come indicato dalle leggi vigenti, delle amministrazioni comunali. Aiutiamole e sosteniamole…..offrono un servizio di pubblica utilità!

E mettiamo al bando l’idea che le “gattare” siano vecchine scialbe e trasandate…..ad oggi decine di donne e uomini, magari in giacca e cravatta e posizioni sociali di rilievo (professori universitari, medici, giornalisti, attori, ecc.), hanno, nelle vicinanze di casa o sotto l’ufficio, la loro bella colonia felina da sfamare e curare! Chi non ricorda Anna magnani, celebre “gattara” romana? E non abbiate paura a chiamarle “gattare”… non si offendono! Per loro è un onore! Per informazioni utili in merito alla normativa che regola la gestione dei gatti liberi, consultare i seguenti link:
 
Legge nazionale n. 281/91 
Legge regionale n. 34/97 (regione Lazio) 
Regolamento Comunale sulla tutela degli animali (Comune di Roma)
©  RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica  Innominati - vedi tutti gli articoli di Veronica  Innominati



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Gattare… tutti ne parlano, pochi le conoscono e ne capiscono l’attività! In moltissime città italiane, in primis nella Capitale, non è raro imbattersi, durante una passeggiata in centro o in periferia, in simpatiche signore o ragazze che, armate di carrellino, buste e scatolame vario, si apprestano festanti a sfamare i loro gatti di strada. Purtroppo, per anni, queste persone (solitamente donne) erano malviste e denigrate, perché “sporcano, portano malattie, danno fastidio!”.

Oggi la mentalità comune, anche grazie alla normativa vigente in materia che tutela gatti liberi e “gattare”, è decisamente cambiata. Sfamare, curare e gestire correttamente un gruppo di gatti randagi (“liberi”) è, non solo considerato un vero e proprio atto “benemerito” (come indicato nel Regolamento Comunale sulla Tutela degli Animali del Comune di Roma, Titolo V, Art. 40), ma è una attività ormai, fortunatamente, tutelata dalla legge, sia a livello nazionale con la Legge 14 agosto 1991, n. 281 “ Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo”, che a livello locale, poiché le varie leggi regionali in materia di randagismo, riprendono, a cascata e in ogni regione italiana, la legge quadro di sopra indicata.

Molte città italiane, prima fra tutti Roma nel novembre 2005, hanno fatto proprie tali normative, inserendole in Regolamenti Comunali (sulla tutela degli animali), valorizzando, riconoscendo e tutelando sempre di più la tanto bistrattata figura della “gattara”. Ovviamente, benché svolgano un “servizio” utile non solo per i mici delle nostre città (che difficilmente sopravvivrebbero nelle giungle asfaltate del III millennio), ma anche per la cittadinanza stessa (provvedendo a mantenere in salute i mici di strada e controllandone le nascite tramite la sterilizzazione), le stesse “gattare” debbono sottostare a rigidi obblighi di igiene e pulizia, garantendo una gestione delle postazioni di alimentazione e cura dei gatti in perfetto ordine e pulizia, evitando lo spargimento di ciotole con ristagni di cibo o le cosiddette “cartate” di resti maleodoranti che, a ragione, infastidirebbero i passanti.

Di contro, le stesse non debbono essere oggetto di pubblico ludibrio o manifestazione di intolleranza, come purtroppo accade ancora troppo spesso! L’amore che queste persone, uomini e donne, giovani o anziane, nutrono nei confronti dei gatti di strada, non è soltanto ammirevole da un punto di vista etico, ma dimostra una sensibilità e uno spirito di sacrificio non comuni. Le “gattare” sono volontarie, difficilmente percepiscono aiuti dalle amministrazioni comunali, sacrificano tempo, vita sociale e denaro per prendersi cura di animali che sono di tutti, principalmente, come indicato dalle leggi vigenti, delle amministrazioni comunali. Aiutiamole e sosteniamole…..offrono un servizio di pubblica utilità!

E mettiamo al bando l’idea che le “gattare” siano vecchine scialbe e trasandate…..ad oggi decine di donne e uomini, magari in giacca e cravatta e posizioni sociali di rilievo (professori universitari, medici, giornalisti, attori, ecc.), hanno, nelle vicinanze di casa o sotto l’ufficio, la loro bella colonia felina da sfamare e curare! Chi non ricorda Anna magnani, celebre “gattara” romana? E non abbiate paura a chiamarle “gattare”… non si offendono! Per loro è un onore! Per informazioni utili in merito alla normativa che regola la gestione dei gatti liberi, consultare i seguenti link:
 
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